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John Mooney
La
passione per la musica John Mooney la eredita dal nonno,
musicista professionista: "Suonava il
mandolino ed in banjo negli anni 20’" dice
Mooney "tutte
le domeniche veniva a casa, suonava e tutti quanti gli
ballavano attorno. Ha anche inciso un paio di 78 che ho
sentito. Era dannatamente coinvolgente, una sorta di raggy
jazz.".
John cresce ascoltando alla radio la musica
dei grandi bluesmen del primo mezzo secolo, e a 10 anni
ha già tra le mani la sua prima chitarra.
L’episodio
che più di tutti segna indelebilmente la carriera
e lo stile del giovanissimo Mooney è l’incontro
a Rochester (New York) con Ed “Son” House,
uno dei più grandi bluesmen del Delta di tutti i
tempi, nonché maestro di Robert Johnson.
Impressionato
dal talento di questo sedicenne bianco, Son prende a
cuore il giovane Mooney e diventano amici, passando molto
tempo insieme su e giù dai palchi: “Non
ero consapevole dell’opportunità che avevo
avuto, ma sapevo che non c’era nessuno che potesse
suonare il blues del Delta meglio di Son House!”.
Lo stile fortemente ritmico di Son è infatti
uno degli elementi che Mooney fa propri, e che risultano
fondamentali nel suo distintivo modo di adattare lo stile
acustico al moderno format elettrico.
Negli anni seguenti porta il suo blues e la sua chitarra
National Steel da New York a Boston e poi in California,
ma è quando si trasferisce a New Orleans che
la sua strada incrocia un altro leggendario artista che
lo influenza musicalmente: Professor Longhair, il più grande
esponente del New Orleans piano.
In questo periodo John
combina con successo i suoni del Delta con i ritmi sincopati
per creare quello stile che è diventato il suo
marchio di fabbrica.
Chitarrista intenso
e sensibile, insuperabile nel blues tradizionale, è anche un cantante ispirato
dai toni caldi e penetranti. Sul palco John è un
artista esuberante, quasi frenetico, e quando
scende diventa sorprendentemente disponibile, quasi
timido.
Ottiene
un contratto con la prestigiosa Blind
Pig Records registrando “Comin’ Your
Way” (1979), album di esordio
di una nutrita discografia.
Dal 1981 comincia a vivere on the road con il suo gruppo Bluesiana Band, esibendosi negli
USA, Canada, Centro America, Europa, Australia e
Giappone e conquistandosi fama di grande bluesman.
E’ così invitato
a importanti festival (Montreux Jazz, Newport Folk,
Chicago Blues e regolarmente al New Orleans Jazz
and Heritage Festival) e collabora in studio o dal
vivo con il gotha del blues mondiale: Sonny
Terry and Brownie McGhee, John Hammond, Mose Allison,
Junior Wells, Dr. John e Champion Jack Dupree.
Nel 2002 grazie
al suo nuovo album, “All I Want”, riceve
ben due nominations ai “WC Handy
Awards”: “Contemporary
Male Artist” e “Contemporary
Blues Album of the Year”.
Continua a mietere consensi in tutto il
mondo, esibendo uno stile appassionato e sentito
che lo rendono uno dei più completi uomini
del blues attualmente in circolazione…
Press
He’s back…and he’s better than ever! Guitar Player Magazine says “John Mooney’s music is thicker than sweet potato pie and spicier than okra gumbo. His phrasing, timing and tone are the stuff dreams are make of, and he plays with a conviction born of endless nights in steamy Louisiana bars.” And Esquire Magazine dubbed Mooney “The King of white blues!”
John’s latest release, Gone To Hell, on Blind Pig Records, reaffirms Bonnie Raitt’s description of Mooney as a “true New Orleans Blues Legend.” This release showcases his mastery of the Delta slide sound, which he learned from his friend and mentor Son House.
Mooney is currently touring with Jeff Sarli on upright bass. Sarli recently recorded with Keith Richards and The Rolling Stones (he’s on three tracks on the Stones’ Bridges to Babylon.) Richards is a Sarli fan and says his playing reminds him of Willie Dixon.
John Mooney & Bluesiana was the talk of the town after their moving performance at The New Orleans Jazz & Heritage Festival this year. Don’t miss this incredible, legendary trio!
Per saperne di più:
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Discografia
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